Universi paralleli
Vi è mai capitato che tra le pagine di un racconto s’inserisca di sghimbescio una vostra visione?
È un’esperienza imbarazzante, poco onorevole e inopportuna per chi voglia definirsi un buon lettore, o un divoratore di pagine, di stili e autori. Mentre mi accingo a riprendere la lettura spunta ora una terrazza sul mare, affacciata sul promontorio di Capo Caccia, dopo il tramonto: le lampare sono occhi salvifici di barche, che scivolano lente sulla superficie piana, tesa, oscura; s’incrociano talvolta in una danza che i miei occhi cercano - attenti - di decifrare. Faccio fatica a tornare con la mente sul racconto, sulle righe parallele di altri mondi, che sento imposti - ormai. La visione insiste, s’insinua netta, insolente e tutto confonde e rimescola, non ho più un libro dinanzi, ma un universo, il mio, che esplode e si fa guardare.
È un’esperienza imbarazzante, poco onorevole e inopportuna per chi voglia definirsi un buon lettore, o un divoratore di pagine, di stili e autori. Mentre mi accingo a riprendere la lettura spunta ora una terrazza sul mare, affacciata sul promontorio di Capo Caccia, dopo il tramonto: le lampare sono occhi salvifici di barche, che scivolano lente sulla superficie piana, tesa, oscura; s’incrociano talvolta in una danza che i miei occhi cercano - attenti - di decifrare. Faccio fatica a tornare con la mente sul racconto, sulle righe parallele di altri mondi, che sento imposti - ormai. La visione insiste, s’insinua netta, insolente e tutto confonde e rimescola, non ho più un libro dinanzi, ma un universo, il mio, che esplode e si fa guardare.
Da “Universi paralleli” di Luisella Pisottu.
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